Attraverso i miei occhi http://moholepeople.it/st17/saccoccia Eventi straordinari raccontati da persone ordinarie Mon, 18 Dec 2017 02:01:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.15 http://moholepeople.it/st17/saccoccia/wp-content/uploads/2017/12/cropped-eye-icon-32x32.jpg Attraverso i miei occhi http://moholepeople.it/st17/saccoccia 32 32 L’armistizio del ’43 http://moholepeople.it/st17/saccoccia/2017/12/04/armistizio-del-43/ http://moholepeople.it/st17/saccoccia/2017/12/04/armistizio-del-43/#respond Mon, 04 Dec 2017 11:13:12 +0000 http://moholepeople.it/st17/saccoccia/?p=133 Un armistizio è un accordo volto a sospendere le ostilità tra due nemici. Molto spesso ha decretato la fine di una guerra. Un armistizio dovrebbe portare sollievo, eppure mia nonna…

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Un armistizio è un accordo volto a sospendere le ostilità tra due nemici. Molto spesso ha decretato la fine di una guerra. Un armistizio dovrebbe portare sollievo, eppure mia nonna ricorda quello del ’43 con angoscia.

L‘8 settembre del 1943 a Melfi era una bella giornata. Mia nonna si trovava con suo fratello a casa di amici di scuola, una famiglia sfollata da Roma quando la capitale è diventata troppo pericolosa. Era lì quando il proclama venne letto alla radio e sia piccoli che grandi rimasero molto disorientati da quelle parole. In un attimo la loro realtà era stata capovolta: i nemici erano diventati amici e gli amici nemici. Lo sbarco in Sicilia era avvenuto pochi mesi prima, il fronte si era spostato a poca distanza dalle loro case e nessuno aveva idea di cosa sarebbe successo da quel momento in poi.

Il primo segno di cambiamento arrivò appena il giorno successivo. Era un giovedì e il bel tempo continuava. Mia nonna era in casa con i suoi genitori, suo fratello e sua sorella invece giocavano per strada, fuori dal portone del palazzo. Il cielo terso permetteva ai bambini di osservare le fortezze volante americane che, cariche di bombe, si muovevano verso il fronte. Ma non tutte le bombe contenute in quegli aerei arrivarono a destinazione. Una cadde proprio lì, in quella strada di fronte al portone, lasciando segni ai palazzi visibili ancora oggi. Sentendo lo scoppio per strada, mia nonna e i suoi genitori avvertirono il sangue gelarsi nelle loro vene e subito si fiondarono all’entrata del palazzo, preoccupati per i bambini non ancora rientrati. Fortunatamente i suoi fratelli si erano riparati nel portone poco prima ed erano scampati al peggio. Non tutti però erano stati così sfortunati…

I soldati in fuga, dopo l’armistizio, venivano chiamati “gli sbandati”, perché vagavano per le strade senza sapere cosa fare. Erano rimasti senza una guida, completamente abbandonati a loro stessi. Un gruppo di questi soldati, vestiti in abiti civili per sfuggire ai tedeschi, passava per quella strada quando è caduta la bomba. Uno di loro morì per l’esplosione e molti rimasero feriti.

Questo è il ricordo più forte che mia nonna, all’epoca tredicenne, ha dell’armistizio, un accordo che avrebbe dovuto fermare le ostilità e invece ha dato il via a tante altre.

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La finale del mondiale nell’82 http://moholepeople.it/st17/saccoccia/2017/12/04/la-finale-dellmondiale-nell82/ http://moholepeople.it/st17/saccoccia/2017/12/04/la-finale-dellmondiale-nell82/#respond Mon, 04 Dec 2017 11:09:11 +0000 http://moholepeople.it/st17/saccoccia/?p=131 Lo sport è qualcosa di magico, capace di unire le persone più diverse e il calcio non fa eccezione. Qui in Italia poi il calcio è particolarmente sentito, e i…

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Lo sport è qualcosa di magico, capace di unire le persone più diverse e il calcio non fa eccezione. Qui in Italia poi il calcio è particolarmente sentito, e i mondiali uniscono tutti sotto una stessa bandiera. Nell’82 mio zio si godette il suo primo mondiale. Aveva dieci anni e dei mondiali precedenti non ricordava praticamente nulla. In realtà non pensava di godersi appieno neanche questo mondiale, l’Italia era partita molto male passando il primo girone quasi per miracolo e finendo successivamente nel girone contro le squadre più forti. Invece pian piano la nazionale vinse ogni partita, sbaragliando Argentina, Brasile e Polonia, arrivando in finale. L’ultima partita era attesa con grande anticipazione. Se all’inizio del mondiale tutti dubitavano della forza della nazionale, ora erano sicuri della vittoria.

L’11 luglio del 1982 l’intera famiglia si riunì alla villetta che i miei nonni avevano affittato per l’estate. Tra amici, parenti vicini o meno, circa quaranta persone si ammassarono di fronte al piccolo schermo del televisore, ansiosi di vedere il risultato di quella finale. Mio zio, il secondo più piccolo della casa, aveva un posto privilegiato davanti a tutti. Per le strade non c’era un’anima. Tutti erano incollati alle radio o alle televisioni. Forse solo mio nonno paterno, sempre preoccupato di agitarsi troppo davanti a un evento del genere, decise di rinunciare alla visione della partita, preferendo passare la serata a un cinema.
Il caldo era tremendo, accentuato anche dalla tensione di un primo tempo privo di reti. Quando arrivò il gol di Rossi il silenzio che regnava nelle strade venne squarciato dalle urla gioiose di migliaia di tifosi. Per un bambino come mio zio la cosa era esaltante.

L‘arrivo del secondo e terzo gol sancirono la vittoria dell’Italia, neanche il gol all’ottantatreesimo della Germania riuscì a scalfire l’euforia che si respirava ovunque. Mio zio ricorda il fratello di mio padre, lì con loro a vedere la partita, urlare “Chi me lo doveva dire che a diciassette anni avrei visto l’Italia vincere i mondiali?”. Chiedendo poi spiegazioni, mio zio venne a sapere che quasi nessuno in quella stanza aveva mai visto l’Italia vincere i mondiali, che quella era una prima volta tanto per lui quanto per gli adulti presenti. Una vittoria storica che ha unito la nazione in un ricordo indimenticabile.

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Strage di piazza Fontana http://moholepeople.it/st17/saccoccia/2017/12/04/strage-piazza-fontana/ http://moholepeople.it/st17/saccoccia/2017/12/04/strage-piazza-fontana/#respond Mon, 04 Dec 2017 11:08:01 +0000 http://moholepeople.it/st17/saccoccia/?p=129 Si dice che la strage di piazza Fontana abbia derubato l’Italia della sua innocenza. Per mio padre quel terribile evento lo portò a prendere coscienza di ciò che aveva intorno.…

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Si dice che la strage di piazza Fontana abbia derubato l’Italia della sua innocenza. Per mio padre quel terribile evento lo portò a prendere coscienza di ciò che aveva intorno.

Aveva dieci anni all’epoca e, insieme ai suoi genitori e i suoi fratelli, viveva a Massa. Quel 1969 era stato un anno di forti tensioni, con i movimenti studenteschi divisi tra giovani comunisti e giovani fascisti che si scontravano continuamente. In quel periodo stesso mio padre assistette a uno scontro tra queste due fazioni, quando queste due si incontrarono all’interno di una galleria commerciale in centro a Massa e iniziarono a scontrarsi violentemente. Nessuno però pensava a quello che sarebbe successo più tardi.

Il dodici dicembre mio padre andò a letto tranquillo. I mezzi di comunicazioni erano quel che erano all’epoca e questo, insieme al caos dei primi momenti dopo l’esplosione, contribuì a far arrivare la notizia dell’evento quando lui era già andato a dormire. Fu sul giornale il suo primo impatto con la notizia: “Orrenda strage a Milano. Tredici morti e novanta feriti” recitava la prima pagina del Corriere della Sera. Era ancora piccolo, mio padre, eppure quell’evento lo scosse molto.  Si ricorda in particolare di un ragazzo, alla bancaper una commissione, che perse un braccio e una gamba a causa di quella bomba. Era poco più grande di lui e mio padre continuava a immaginarsi al suo posto.

Un attacco del genere, il primo così grave dalla fine della guerra e in un periodo tanto spensierato come quello del Natale, sconvolse in realtà tutta la nazione. Le immagini dei funerali, con piazza Duomo gremita di gente, sono ancora impresse nella mente di mio padre. Ma tante cose gli sono rimaste impresse da quel periodo… La caccia all’anarchico, la confusione e la tristezza che tutti intorno a lui provavano, la paura per quelle bombe che iniziarono a spuntare in ogni dove, soprattutto sui treni. Ancora oggi mio padre teme i lunghi in viaggi in treno.

Gli anni di piombo hanno segnato profondamente questo Paese e chi li ha vissuti. E la paura di ripiombare in quel baratro non passa davvero mai.

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