29 Aprile 2021

CATEGORIA: Racconto

Coraggio è armatura

Celio prende lunghi, pesanti respiri per assorbire quanto più dell’aria nel retro dell’arena. L’atmosfera è ricolma della polvere alzata dai cavalli. Il latrato delle masse festeggianti lo raggiunge da fuori, rimbombando nell’elmo. I giochi d’apertura stanno giungendo al termine, lo capisce quando vede i cavalieri tornare nel retro coi loro destrieri. 

Ogni pezzo dell’armatura, troppo grande per lui, pesa come un tronco d’albero. Un uomo dall’incolta barba brizzolata è chino su di lui, le sue mani schizzano da una parta all’altra dell’armatura per assicurarsi per l’ultima volta che ogni cinghia sia salda. Afferra uno straccio e lo strofina energicamente sull’araldica al centro della panziera. Poi stringe Celio per l’elmo, schioccando un bacio. “Ripassa tutto quello che ti ho insegnato, d’accordo?” Porta il suo viso al livello di quello del ragazzo. Celio deglutisce, stringendo le labbra, per poi inclinare la testa in un cenno d’assenso. Il padre lo abbraccia. “Andrà tutto bene, figliolo. Non ti farà del male”, si scioglie dall’abbraccio, pur mantenendo le mani strette sugli spallacci, i suoi occhi fissi su quelli di Celio. “Lui ti colpirà, tu cadrai a terra e poi andrà avanti a pavoneggiarsi per un po’. Vuole solo divertirsi.”

Le trombe squillano, lo strillone annuncia il grande spettacolo della giornata. Lo scudiero di casa Baltrami contro il cavaliere di cristallo, Sir. Ilderico Flegias. 

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