I Want you until the day I die_5x08 HTGAWM

Scrivere la recensione di un mid-season finale è difficile, scrivere quella di How to get away with murder è complicato quanto il rapporto che ha Annalise Keating con la vodka. Nonostante questo proviamo a mettere ordine tra le milioni di domande che abbiamo in testa e le mezze risposte che il produttore e sceneggiatore Peter Nowalk ha deciso di concederci.

Il titolo dell’episodio, I want to love you until the day I die, ci proietta immediatamente nel mood del momento più atteso dal fandom della serie: il matrimonio di Connor e Oliver. E infatti l’intera puntata si svolge tra preparativi, cerimonia e ricevimento.  

 

Ma come ogni evento importante che coinvolga i ragazzi e la professoressa Keating, sarà macchiato di sangue. E lo capiamo appena inizia la puntata. Infatti siamo subito portati a vestire i panni di qualcuno che è stato ferito. Sentiamo musica allegra e vediamo in lontananza il gazebo addobbato per il ricevimento di nozze, ma per capire chi sarà il morto della quinta stagione veniamo trascinati in un flashback lungo quasi l’intera puntata. 

 

Laurel, Frank e Bonnie discutono in cucina se svelare o meno agli altri la reale identità di Gabriel che, ignaro di essere tenuto sotto sorveglianza con delle microcamere nascoste nel suo appartamento, si prepara per il matrimonio. Ovviamente ci fanno intendere da quattordici stagioni, sebbene la serie ne abbia al momento solo cinque, che sia un individuo pericoloso, senza però metterci al corrente di pressoché nulla. 

 

Per rimanere in tema di ciò che può essere pericoloso, siamo i fortunati testimoni del brindisi leggermente imbarazzante tenuto dal padre di Connor il giorno prima della celebrazione del loro amore davanti agli occhi di Dio. Tra Annalise che rifornisce il suo fegato di alcol da una fiaschetta nascosta chissà come in una clutch, -quando io ho dovuto abbandonare le clutch perché non ci stava manco il biglietto del parcheggio-, e la madre di Connor che si apparta tra due macchine con Asher, questo sarà più o meno il clima di tutta la celebrazione.

 

 

 Nella scena successiva scopriamo che Nate e, come abbiamo inteso sopra, una di nuovo alcolizzata Annalise stanno organizzando un piano contro quello che per loro è il mandante dell’omicidio di Nate Senior, la Governatrice. Invitano alla riunione anche Bonnie per convincerla a ottenere i tabulati grazie al suo fidanzato, il procuratore ad interim Miller. Nate, inoltre, si è licenziato e sulla sua fronte manca solo un’insegna luminosa con scritto “vendetta”.

 

Michaela invece è convinta che la Governatrice non fosse l’unica mente del piano, e chiede quindi a Oliver di hackerare il telefono del direttore del carcere in cui era prigioniero il padre di Nate. Scoprono che il giorno dell’omicidio il direttore ricevette una chiamata da parte di un numero privato e, dopodiché, chiamò il capo degli agenti penitenziari. Si convincono quindi che questo giro di telefonate fosse per organizzare la sparatoria; quando Michaela si reca da Nate per raccontare ciò che ha scoperto, quest’ultimo contatta una sua ex collega di polizia per scoprire di chi sia il numero privato in questione. 

 

 

E siccome la storia tra Bonnie e il candidato procuratore stava andando troppo per il verso giusto, il masochista Miller decide con un lunghissimo giro di parole di mettere la fidanzata di fronte a una scelta: Annalise o me. Non solo, ma quando lei chiede i tabulati telefonici della governatrice, lui accusa la Keating di approfittare dei momenti di debolezza di Bonnie, dando infine alla fidanzata, con un pizzico di intelligenza sopraffina, della problematica. Con un finale più che prevedibile per chi si fosse anche solo mai trovato in una stanza con la coppia più platonica di tutte le serie tv, Bonnie non permette che Annalise venga infangata e abbandona Miller.
 



A parte qualche salutare, e coerente al personaggio, ripensamento dell’ultimo minuto da parte di Connor, Annalise ubriaca, e il figlio di Laurel con giubbotto e cappello da neve sebbene tutti siano sbracciati, la cerimonia in chiesa procede per il meglio. 

 

 

Ma il fatto che la prima scena che vediamo del ricevimento sia una conversazione tra Bonnie e Laurel, il cui bambino è ormai infagottato pure in una coperta, sul fatto che qualcuno debba uccidere Gabriel, non è di buon auspicio.
Vediamo inoltre Frank nell’appartamento di Gabriel con in mano un documento, ma grazie alle sue meravigliose doti attoriali non capiamo se è schifato da un errore grammaticale trovato mentre svolgeva l’editing del testo o se ha appena scovato una prova. 

 

 

Da questo momento in poi la puntata finalmente si velocizza: Bonnie scopre da Michaela che probabilmente il direttore del carcere è invischiato nell’omicidio di Nate Senior. L’ex collega poliziotta di Nate lo avvisa di aver trovato qualcosa di strano. Laurel deve andare al bagno e affida suo figlio alla mamma di Oliver che la prega di non tornare perché vuole tenere Christopher il più possibile, ma che appena il dj mette la sua canzone preferita butta il bambino tra le braccia di una comparsa, che a sua volta pensa che Bonnie sia la perfetta babysitter, che al mercato mio padre comprò. Frank Delfino interrompe i selvaggi balli di Annalise per avvisarla di ciò che ha trovato nell’appartamento di Gabriel, senza permetterci ancora una volta di scoprire l’identità del ragazzo che probabilmente ha preso lezioni da Milord di Sailor Moon. E con questa scena si chiude il flashback per riportarci al presente con la macabra scena di Christopher che piange nella neve macchiata di sangue vicino al corpo del personaggio morente, che scopriamo essere  Miller.

 

 

Un secondo flashback ci riporta indietro di qualche ora al litigio tra il quasi procuratore e la fidanzata, durante il quale Bonnie unisce i puntini e capisce il motivo per cui Miller mostra un lato inedito del suo carattere mite esponendo con arroganza i suoi dubbi su Annalise solo nel momento in cui gli chiede di avere i tabulati telefonici.
Miller è il collegamento tra la Governatrice, che promette di nominarlo definitivamente procuratore, e il direttore del carcere. Conclusione a cui arriva anche Nate grazie a una foto trovata dalla sua ex collega.
Ritorniamo al momento del ricevimento nel quale il figlio di Laurel viene affidato a Bonnie, e Asher si avvicina per dirle che ha appena visto Miller e Nate discutere nel parcheggio. Ecco che allora Bonnie si scorda di avere un bambino tra le braccia e corre fuori nella neve, scelta narrativa che salvo solo perché fa capire il motivo per cui gli autori hanno imbacuccato Christopher come se fosse al Polo Nord per tutta la puntata. Adoro che il bambino sia un piccolo spoiler vivente. Nel tempo che è servito a me per produrre questo ragionamento, Nate ha ormai massacrato di botte Miller, e Bonnie a quel punto da il suo contributo finale soffocando il suo fidanzato rantolante.

 

Come se non bastasse l’inquietante scena di un neonato seduto sul luogo di un delitto a osservare il tutto, Peter Nowalk ha ben pensato di far accadere in contemporanea due cose ancora più malate: Oliver che canta All of me a Connor facendo coincidere frasi significative della canzone a momenti significativi dell’omicidio di Miller e la successiva corsa di Nate nel trafugare il cadavere.

 

 

Il segreto più atteso di questo breve arco narrativo di metà stagione viene svelato però nella scena finale. Se non fossimo ormai consapevoli del fatto che, quando una scena raggiunge una saturazione talmente verde-blu da risultare quasi fastidiosa, siamo davanti a un mistero da snodare nel corso di varie puntate, crederei che sia colpa della vista annebbiata di Annalise ormai strafatta di vodka quando rientra a casa e il verde raggiunge tonalità mai viste. Invece ecco spuntare un Gabriel selvatico da dietro una parete e rivelarci in due secondi ciò che Frank non è riuscito a dirci in otto puntate: Gabriel è figlio di Sam Keating.
 

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Se Watson riempisse di polvere da sparo la pipa di Sherlock Holmes, se Meredith avesse messo la colla nei guanti di Cristina, o se Harry avesse lanciato l’incantesimo Mangia Lumache a Hermione, le sceneggiature sarebbero state liberamente ispirate al rapporto di amicizia tra gli ideatori di questo sito, Alessia e Luigi.

Sia chiaro, Alessia viene prima solo perché è in ordine alfabetico, in realtà lei è inutile come ritirare i dadi a Jumanji.
Perché, per chi non lo sapesse, Luigi è pragmatico e con un caratteraccio, tipo Sheldon Cooper. Senza il suo QI.

Dalla passione in comune per le vite visibili di personaggi irreali sono nate mille discussioni. La prima fra tutte: meglio film o serie tv? Questo sito è la nostra conclusione: lottare per due vessilli diversi, in una battaglia che nemmeno Tolkien si sognerebbe di raccontare, ma sotto lo stesso reame. Sei pronto a leggere le recensioni e a schierarti nell’esercito giusto?