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#arteinmohole – N°3

Innumerevoli pensatori, artisti, teologi, filosofi e scrittori hanno riempito le pagine della storia dell’arte prendendo a modello il numero tre. Il numero della perfezione, della chiusura del cerchio, della trinità cristiana. Il numero su cui Dante Alighieri, nonno dell’italiano moderno, ha fondato l’architettura del proprio capolavoro, la Commedia: tre le cantiche, tre le fiere che incontra nella selva oscura, tre le guide che lo accompagnano, e non mi dilungo oltre. Tutto questo per dire che, se anche questa rubrica conterà solo tre puntate, perdonatemi, non è per nullafacenza cronica, ma per un’oculata scelta artistico letteraria.

E ora, spostiamoci di qualche secolo. Lasciamo il 1300 tra la polvere di quel libro di storia, che la nostra vecchia professoressa di italiano ci ha sempre intimato di studiare, cosa che nessuno di noi ha mai fatto, per tornare a parlare di qualcosa di molto meno dantesco ma non per questo meno culturale: Instagram. D’accordo, forse un po’ meno culturale lo è, ma non partiamo (troppo) prevenuti. 

Il social network comprato da Facebook, perché al buon Zuckerberg il suo conto corrente proprio non bastava, è proliferato nel mondo e ha invaso ogni singolo smartphone esistente sulla faccia del pianeta. Una vera storia dell’orrore di contagio, che Invasion of the body snatchers per favore levati subito. O forse questa era la storia di Tik Tok? Non importa, non è tempo e luogo per preoccuparcene ora. Ciò che invece merita il nostro interesse su questo paragrafo, è cosa si può scoprire se si sa quali sono i click giusti da fare su Instagram

Non sto parlando di come fare più like con la foto scattata in palestra, di come aggirare l’ultimo algoritmo del caso per raggiungere follower anche sulle cime del Perù più selvaggio, o di come poter rimorchiare facile facile con la giusta frase a effetto. Nope, nada, non, nu, não. Siamo partiti con la narrazione del numero tre, con l’arte, col sommo poeta, quindi chiuderemo in bellezza in una catarsi tutta fatta di arte e cultura

Ed ecco quindi che, in un gergo curriculesco miscelato a un sottocodice barocco, sottopongo alla Vostra gentile attenzione codesta proposta di pagine Instagram, al fine di solleticare le Vostre (sempre gentili) menti: @artofsocialdistancing e @coronaartmuseum. Se siete dei super fan degli primi due capitoli della rubrica, immagino vi aspetterete che anche queste due pagine si occupino di postare e condividere opere d’arte, partorite da menti creative di tutto il mondo, il tutto in periodo covid-19, eccetera eccetera. E infatti, è proprio così. Che vi aspettavate, è una rubrica, mica un saggio sulla variatio argumenti

Ma ora vi saluto, senza più togliervi tempo all’esplorazione di quello Stige che è Instagram. Pericoloso, pieno di perdizione, eppure così dannatamente affascinante. E ora anche basta citare l’Alighieri, che non ne potrà più di essere tirato dentro faccende per lui in flashforward di ben seicentonovantanove anni. 

Di Stefano De Putti

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