Cosa scommettere quando non c’è da scommettere

La diffusione del Coronavirus e le relative misure di lockdown hanno innescato diverse problematiche di gestione che hanno coinvolto anche il comparto del betting, con la conseguente riduzione degli eventi su cui poter scommettere.

I campionati in quasi tutto il mondo sono stati bloccati, gettando in un buco nero l’economia di molti paesi e soprattutto del calcio italiano. 

Basti pensare che anche eventi di grande richiamo per gli appassionati delle scommesse, come la UEFA Champions League o le Olimpiadi di Tokyo, sono stati rimandati al 2021. Bielorussia, Nicaragua e Burundi sono gli unici Paesi riusciti a giocare in campo e mantenere vive le scommesse sul calcio.

Le sale giochi, i bingo e le agenzie di scommesse hanno subìto una serrata, imposta dal governo italiano già nei primi decreti varati per difendersi dal virus. Dall’inizio della quarantena tifosi e appassionati si sono affidati solo alle scommesse online, scontrandosi con un altro grande problema: niente partite uguale niente puntate

Su alcune piattaforme del web come Sisal.it, oltre a campionati minori che di fatto non si sono mai arrestati ma che non hanno avuto un appeal rilevante per gli scommettitori, sono ricomparse nel palinsesto anche le quote del campionato tedesco ed è stato possibile ripartire con i propri pronostici sui singoli match o sul live.

Gli addetti ai lavori parlano di un mercato delle scommesse piegato sotto i colpi del lockdown e la sospensione degli eventi sportivi ha portato a un crollo della spesa online: sono stati giocati 20,9 milioni di euro, con un calo del 57,6%. Rispetto a febbraio, cioè l’ultimo mese di raccolta completa del gioco prima del lockdown, la spesa complessiva delle scommesse (in agenzia e online) è crollata addirittura dell’88,7%.

Successivamente la ripartenza dei campionati di calcio durante i mesi di maggio e giugno hanno generato un leggero entusiasmo in tutto il settore, compresi i siti di scommesse.

La riapertura di bingo, sale giochi e agenzie ha dovuto attendere il primo luglio, generando secondo il presidente della Federippodromi Elio Pautasso “un doppio danno agli operatori del mondo del betting”.

Le scommesse giocano un ruolo importante per l’economia italiana e il solo settore delle slot porta allo Stato oltre 5,7 miliardi di euro all’anno. Nessun paese in Europa incassa quanto l’Italia in relazione al Pil.

Durante i mesi di quarantena sono mancati dalle casse erariali tra i 650 e i 750 milioni di euro, per una perdita totale di oltre 2 miliardi di euro.

Oltre al disastro economico, la maggior parte dei dipendenti (75.000 solo quelli diretti) si trova ancora in cassa integrazione a causa delle direttive poco chiare sulla riapertura e aumenta progressivamente il numero dei licenziamenti.

Di Lorenzo Rocca

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